Pubblicato il 10 Agosto, 2022 da

Di cosa si occupa il certificatore biologico?

Il certificatore biologico è colui che deve garantire al cliente (consumatore o GDO) che il prodotto è stato realizzato svolgendo controlli su ogni fase del ciclo produttivo, dall’ inizio della produzione e trasformazione, fino allo stoccaggio, trasporto, distribuzione e vendita.

Cosa si intende per agricoltura biologia?

Il termine “agricoltura biologica” indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l’impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).

Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell’acqua e dell’aria, utilizzando invece tali risorse all’ interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.

L’Italia è ai primi posti in Europa per l’export di prodotti di origine biologica.

Secondo una ricerca condotta dall’Ispra i numeri parlano di “un fatturato oltre frontiera superiore a 1 miliardo di euro l’anno, un importo che rappresenta più di un terzo del giro d’affari complessivo del biologico italiano”.

A fine 2012 le aree bio coprivano 37,5 milioni di ettari, con aumento del 5 per cento rispetto al 2011.

La crescita dei terreni è costante in tutto il pianeta, dall’Africa (7 per cento) all’Ue (6 per cento). L’Oceania è l’area con la coltivazione biologica più ampia: 32 per cento. Seguita dall’Europa.

cibo biologico

Cosa fare per diventare tecnico ispettore in agricoltura biologica

In Italia gli ispettori Biologici sono generalmente dipendenti di enti oppure operano come liberi professionisti o con Partita Iva. È un lavoro adatto a chi ama la natura e per ottenere tale qualifica è necessario seguire un percorso di studi ben preciso.

Per divenire tecnico ispettore in agricoltura biologica bisogna possedere nozioni in agronomia, economia per le aziende, agroalimentari e tecnologia alimentare. Scegliere la strada di “tecnico ispettore in agricoltura biologica” offre discrete opportunità di lavoro.

Nel corso del tempo la concezione del contadino che lavorava la terra, è andata via via trasformandosi, lasciando spazio a contadini che spesso e volentieri sono delle persone diplomate ed il più delle volte laureate.

Quello che bisogna tener presente è che come tutte le figure professionali, anche quella dell’ispettore agrario ha i suoi pro ed i suoi contro.

Generalmente una persona che sceglie di intraprendere tale strada, avrà a disposizione una buona flessibilità di orario e quindi più tempo a disposizione per se stessi.

Diversamente un punto a sfavore di tale professione è da considerare per i frequenti spostamenti che devono essere effettuati a spese proprie. Detto questo è sicuramente una professione per chi ama stare a contatto con la natura!

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Come funziona la certificazione biologica

Ottenere la certificazione biologica di una produzione alimentare è il risultato di una scelta aziendale volontaria che può essere presa già all’origine o in un secondo momento. In quest’ultimo caso, si parla di conversione al biologico.

Un’azienda può anche scegliere di certificare solo una linea di prodotti o una parte delle proprie coltivazioni, mantenendo convenzionale il resto della produzione.


Le procedure di certificazione biologica sono definite dai regolamenti CE n. 834/2007 e n. 889/2008 che definiscono nel dettaglio diversi aspetti tecnici legati alla produzione, all’etichettatura, al controllo e valgono anche per i prodotti importati.

I prodotti etichettati come biologici sono identificati dal logo Europeo: la foglia con dodici stelle bianche su sfondo verde. La certificazione biologica può essere ottenuta sia da aziende agroalimentari produttrici che di trasformazione.

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Mansioni e responsabilità del certificatore biologico

Quando un’azienda alimentare intende ottenere la certificazione biologica, deve quindi contattare uno degli organismi di controllo e certificazione accreditati.

Da quel momento, comincia un percorso di riconoscimento o conversione al termine del quale l’azienda ottiene il rilascio della certificazione biologica. Se tutto si conclude positivamente, l’ente certificatore rilascia all’azienda:

  • Il Documento Giustificativo, valido tre anni e necessario per le aziende con più centri di produzione
  • Il Certificato di Conformità che indica le referenze certificate ed è richiesto per poter mettere in commercio i prodotti con il logo ufficiale.

Una volta ottenuto il riconoscimento bio, l’ente di certificazione continua a svolgere controlli ordinari e costanti nel tempo per confermare che l’azienda rispetti tutti gli standard del biologico.

qualità biologica

Per prepararsi ad affrontare e superare con successo questi controlli, è quindi necessario, come sempre, conoscere perfettamente tutta la documentazione, i registri e verificare sia la loro corretta compilazione che la corrispondenza con la realtà. In particolare, è necessario:

  • Conoscere perfettamente gli ambiti di azione del biologico lungo tutta la filiera.
  • Garantire la presenza di minimo 95% di ingredienti biologici per ogni prodotto.
  • Trattare le coltivazioni con rotazioni colturali, fertilizzanti naturali, lotta integrata e altre buone prassi volte al rispetto della biodiversità.
  • Soddisfare condizioni rigorose per il confezionamento, il trasporto e l’immagazzinamento dei prodotti.

L’ente certificatore svolge controlli a sorpresa o concordati, con cadenza almeno annuale, per controllare che tutte le operazioni siano svolte conformemente alle norme di produzione biologica.

Durante il sopralluogo, possono essere prelevati campioni di prodotti da analizzare in laboratori certificati. A ogni eventuale infrazione corrisponde una sanzione di diversa gravità, dal richiamo scritto fino alla revoca della certificazione con il ritiro del Certificato di Conformità.

Le non conformità sono: inosservanza, irregolarità e infrazione;

  • Le inosservanze vengono definite come inadempienze lievi che non hanno conseguenze sulla certificazione dei prodotti o dell’azienda e non hanno effetto prolungato nel tempo.
  • La irregolarità è invece una non conformità che compromette lo status biologico del o dei prodotti aziendali ma non la certificazione parziale o totale dei processi produttivi.
  • L’infrazione è la non conformità più grave che può essere rilevata, consiste nello scostamento sostanziale a quanto previsto dalle normative europee, nazionali o regionali sul biologico. Ha effetti prolungati nel tempo sulla certificazione del o dei processi di produzione aziendale, oltre che, naturalmente, sui prodotti.

Enti principali italiani del sistema di certificazione

Il sistema di certificazione e controllo del biologico fa capo alla Commissione Europea e si appoggia sull’organizzazione interna degli Stati Membri. In Italia, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, MIPAAF, definisce gli organismi di controllo e certificazione.

Questi organismi sono riconosciuti ufficialmente da Accredia, ente nazionale di accreditamento. Ad oggi, sono venti gli enti di certificazione e controllo riconosciuti in Italia, ognuno dei quali possiede un codice identificativo specifico.

Inoltre, nel sistema di controllo, sono coinvolti su più livelli sia le Regioni e le Province Autonome che l’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari, ICQRF.

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Di Certificazioni Biologiche ne abbiamo parlato anche con uno dei nostri docenti, Giuseppe Romano, agronomo e Presidente di AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica. L’intervista è disponibile nel nostro canale Youtube.

 



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