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Pubblicato il 14 Marzo, 2023 da

Agrifood e digitale, in l’Italia si accelera sull’innovazione

L’Agrifood italiano, comparto fondamentale dell’economia italiana, rappresenta un’eccellenza mondiale e le nuove tecnologie aprono interessanti scenari anche in questo settore. Le sfide che stiamo vivendo ci spingono ad innovare in maniera sostenibile il sistema alimentare e agricolo, per questo l’Italia accelera sull’innovazione, coniugando Agrifood e Digitale.

Agrifood e Startup, gli investimenti italiani

Le imprese rafforzano gli sforzi di innovazione per introdurre soluzioni nuove alle sfide di sostenibilità del settore e, come abbiamo visto qui, un ruolo cruciale è affidato alle startup che stanno rispondendo a questa emergenza con soluzioni innovative nel campo della food sustainability.

Si chiama FoodSeed ed è l’acceleratore per startup che sviluppano nuove soluzioni o servizi per il mercato FoodTech e AgriTech, con sede a Verona. FoodSeed seleziona startup che fanno leva su tecnologie digitali per la produzione, conservazione, lavorazione, confezionamento, controllo, distribuzione del cibo e su tecnologie di ultima generazione applicate al settore agroalimentare.

L’iniziativa è congiunta tra promotori e investitori e coinvolge inoltre Eatable Adventures, uno dei maggiori acceleratori specializzati a livello mondiale nel settore, in qualità di co-investitore e gestore operativo del programma.

Con una dotazione di oltre 15 milioni di euro per gli investimenti in accelerazione e per i successivi step di crescita delle startup, Foodseed mira a favorire ed a garantire l’implementazione e lo sviluppo  delle società che operano nell’Agrifood Tech. L’obiettivo è quello di far crescere in Italia uno dei più importanti ecosistemi di innovazione, coniugando agrifood e digitale, in ambito agricoltura sostenibile, Food & Beverage e Economia circolare.

Le risorse destinate al progetto vanno a consolidare un mercato, quello italiano, che nel 2022 ha raccolto 149 milioni di investimenti posizionandosi al terzo posto per ammontare di capitali investiti.

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Le tecnologie 4.0 per il settore agrario

Legata alla nostra percezione quotidiana delle nuove tecnologie, si può comprendere che la Digital Transformation contribuisce a ridefinirne la struttura e le dinamiche di molti settori della nostra economia. L’agroalimentare è, di certo, uno di questi. Comparto strategico nell’economia del nostro paese, è una delle aree in cui le potenzialità della Digital Transformation sono particolarmente ampie e interessanti, in un’ottica di sviluppo della produttività e di attenzione alla sostenibilità.

Guardando alle nuove opportunità della rivoluzione verde legate alla digital transformation, le tecnologie che caratterizzano il nuovo scenario e che potrebbero offrire nuove opportunità, vanno dall’Intelligenza Artificiale all’Internet of things, passando per l’Agrometeorologia.

Agrometeorologia: sono le applicazioni che possono essere utilizzate per integrare le informazioni che provengono dalle previsioni meteo nelle strategie di coltivazione, tenendo conto dei rapporti tra atmosfera, suolo e vegetazione.

Big Data: è l’insieme delle informazioni utili per efficientare la produzione. I dati provenienti anche da fonti eterogenee, come sensori o transazioni computer based, favoriscono l’adozione di tecniche di Agricoltura 4.0 , sfruttando al meglio la digital analytics che permette di acquisire nuovi clienti e garantire maggiore fidelizzazione di quelli esistenti.

Blockchain: le tecnologie della famiglia della Distributed Ledger Technology danno vita a soluzioni utili per la tracciabilità della produzione, dal campo alla tavola, certificando i requisiti dei prodotti in termini di sostenibilità.

Cloud: si tratta dei servizi Ict accessibili on-demand e in modalità self-service tramite tecnologie Internet, basati su risorse condivise, caratterizzati da rapida scalabilità e dalla misurabilità puntuale dei livelli di performance.

Connected device: sono i dispositivi che possono trasmettere e/o ricevere informazioni attraverso una rete, che si tratti di Wi-fi o di reti mobili.

Droni: i velivoli connessi senza pilota possono monitorare le coltivazioni in tempo reale e trasmettere immagini o informazioni utili per chi deve prendere decisioni, favorendo un’agricoltura di precisione.

Farm management information system: sono i sistemi informativi che supportano l’imprenditore agricolo nel completare le attività, ad esempio nella pianificazione e rendicontazione delle operazioni o per la produzione di documentazione a supporto del business.

Intelligenza artificiale: E’ lo strumento principale per l’analisi di una grande mole di dati per consentire ai sistemi digitali e agli uomini di prendere decisioni in tempo reale grazie a tecniche di machine learning legate all’apprendimento e  alla percezione visiva o spazio-temporale.

Internet of things: consente agli oggetti di essere connessi in rete tra loro e con una centrale di controllo tramite internet. Questo consente loro di scambiarsi informazioni utili a migliorare le condizioni di vita e di sviluppo delle piante.

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AgrifoodTech, in Italia si può fare di più

I numeri del 2022 mostrano un’Italia decisamente attiva sul fronte dell’innovazione agricola, anche nei nuovi modelli di consumo. L’innovazione, tuttavia, si concentra più sul processo che sul prodotto. Ci sono quindi ampi margini di miglioramento.

Germania, 2,7 miliardi investiti nel 2021, Regno Unito, 1,1 miliardi, Francia 860 milioni, Italia 156 milioni: sono questi i dati dal report “Investimenti nell’agrifood-tech in Italia 2022”, pubblicato dalla società di consulenza per l’agroalimentare TheFoodCons.

La predominanza di investimenti nell’agritech e nel digital food, e la quasi totale assenza di grandi investimenti in proteine alternative, sono specchio di un’Italia decisamente più orientata ad innovare nei processi, più che nei prodotti. La proverbiale diffidenza, oltre che una certa dose di ignoranza, del popolo italico è infatti nel cibo che trova forse la sua massima espressione. Basti pensare alla dialettica creatasi in questi giorni a proposito della farina di insetti.

Ma ridurre il gap nell’innovazione agroalimentare a semplice questioni culturali e politiche sarebbe riduttivo e addirittura fuorviante. In questo caso è difficile stabilire quale sia la causa e quale l’effetto ma certamente in questo campo l’Italia sconta una debolezza strutturale.

Debolezza sia “orizzontale” con la carenza di fondi capaci di intervenire in fase seed (in cui il progetto diventa realtà), sia “verticale”, data l’assenza di fondi mirati, e qui gli altri paesi sono decisamente avanti anni luce anche se già nei prossimi mesi, fortunatamente, sono attese importanti novità.

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