Pubblicato il 19 Novembre, 2024 da

Agricoltura rigenerativa: opportunità per giovani e la rivoluzione verde

Negli ultimi anni, l’agricoltura rigenerativa ha guadagnato crescente attenzione nel settore agroalimentare e tra le istituzioni. Questo approccio mira a ripristinare la salute del suolo, conservare la biodiversità e aumentare la resilienza dei terreni ai cambiamenti climatici. Si tratta di pratiche sostenibili che riducono l’uso di fertilizzanti e pesticidi chimici, favorendo metodi naturali e responsabili. In questo contesto, i giovani possono svolgere un ruolo cruciale, specialmente se supportati da una formazione avanzata e specifica, come quella offerta dall’ITS Agroalimentare.

La crisi del suolo e la necessità di una nuova agricoltura

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), oltre il 33% dei suoli mondiali è degradato a causa di pratiche agricole intensive, uso massiccio di pesticidi e monocolture, compromettendo la produttività agricola e la sicurezza alimentare globale. L’agricoltura rigenerativa si propone di invertire questa tendenza, utilizzando pratiche che arricchiscono il suolo e favoriscono la biodiversità, rendendolo più fertile e resiliente.

Tecniche e approcci rigenerativi

L’agricoltura rigenerativa include tecniche come la rotazione delle colture, il compostaggio, l’agroforestazione, la semina diretta e la copertura del suolo con piante autoctone. Questi metodi consentono di trattenere il carbonio nel suolo, riducendo le emissioni di gas serra e contrastando il cambiamento climatico. Ad esempio, il compostaggio non solo nutre il suolo, ma consente anche di ridurre i rifiuti organici.

Il ruolo dell’ITS Agroalimentare nella formazione

L’ITS Agroalimentare mira a formare i giovani su queste nuove pratiche, inserendo nel proprio programma di studi le competenze necessarie per adottare l’agricoltura rigenerativa. Oltre alla teoria, gli studenti partecipano a progetti pratici che includono sperimentazioni sul campo, simulazioni e collaborazioni con aziende agricole all’avanguardia. Questo tipo di formazione pratica permette ai ragazzi di acquisire competenze reali e spendibili nel mercato del lavoro.

L’agricoltura rigenerativa è più di una pratica agricola: è un movimento globale che intende rimettere in equilibrio l’ecosistema agricolo, trasformando il modo in cui coltiviamo il cibo. Gli studenti che scelgono percorsi ITS in ambito agroalimentare hanno l’opportunità di inserirsi in questo settore, diventando attori di una vera e propria rivoluzione verde e sostenibile.

Esempi pratici di agricoltura rigenerativa

L’agricoltura rigenerativa offre un vasto repertorio di tecniche che possono essere adattate a diversi contesti geografici e climatici. Ecco alcuni esempi pratici che dimostrano come queste pratiche stiano già producendo risultati tangibili:

  1. Cover Cropping (Colture di Copertura): Piantare colture che non vengono raccolte ma servono a proteggere e nutrire il suolo. Ad esempio, nei vigneti italiani, l’uso di leguminose come trifoglio e veccia contribuisce a fissare l’azoto e prevenire l’erosione.
  2. Agroforestazione: Integrare alberi e arbusti nelle coltivazioni tradizionali per migliorare la biodiversità e ridurre il rischio di desertificazione. Un esempio è l’adozione di sistemi agroforestali nelle aree rurali del sud Italia, dove olivi e agrumi convivono con colture annuali.
  3. Compostaggio su larga scala: Aziende agricole in Toscana utilizzano i residui delle potature e degli scarti organici per produrre compost di alta qualità, arricchendo il terreno senza bisogno di fertilizzanti chimici.
  4. Tecniche di pascolo rigenerativo: In Sardegna, gli allevatori stanno adottando il “pascolo olistico” che prevede spostamenti controllati degli animali per rigenerare le praterie e aumentare la biodiversità del suolo.
  5. Agricoltura No-Till: Nei campi di grano dell’Emilia-Romagna, questa tecnica evita l’aratura, preservando la struttura del suolo e riducendo le emissioni di CO₂.

Questi esempi dimostrano come un approccio rigenerativo possa essere integrato nelle realtà agricole, migliorando la produttività e la sostenibilità a lungo termine.

Come i giovani possono fare la differenza

I giovani rappresentano una forza motrice nel promuovere l’agricoltura rigenerativa, grazie alla loro capacità di adottare nuove tecnologie e innovazioni. Ecco come possono contribuire concretamente:

  1. Adottare nuove tecnologie: I giovani sono spesso più inclini a sperimentare con strumenti tecnologici come sensori del suolo, droni e software di analisi per monitorare le condizioni dei terreni e ottimizzare le pratiche agricole.
  2. Creare modelli di business sostenibili: Grazie alla formazione presso istituzioni come l’ITS Agroalimentare, i giovani possono sviluppare imprese agricole che integrano la sostenibilità con la redditività. Ad esempio, avviare startup focalizzate su colture biologiche o sistemi di economia circolare.
  3. Promuovere l’agricoltura rigenerativa attraverso i social media: I giovani, essendo nativi digitali, possono sensibilizzare il pubblico su queste pratiche tramite piattaforme come Instagram, TikTok e LinkedIn, condividendo successi e risultati.
  4. Partecipare a progetti pilota: In molte regioni italiane, sono in corso iniziative finanziate da enti locali per sperimentare l’agricoltura rigenerativa. I giovani possono partecipare a questi progetti per acquisire esperienza pratica e contribuire all’innovazione.
  5. Costruire reti di collaborazione: Attraverso eventi, workshop e corsi ITS, i giovani possono creare una rete di contatti con agricoltori, ricercatori e imprese, favorendo la condivisione di conoscenze e risorse.

Il futuro dell’agricoltura rigenerativa dipende dall’energia e dall’entusiasmo delle nuove generazioni. Con la giusta formazione e il supporto adeguato, possono guidare una trasformazione epocale nel settore agroalimentare.

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