Pubblicato il 14 Settembre, 2022 da Alessio Mascagna
Il cibo plant based: alimentazione, sostenibilità… e come ITS AGRO lo ha incontrato
Sotto il cappello Plant-Based, letteralmente “a base di piante”, c’è un mondo da scoprire e, come abbiamo visto anche per altre diete, da poter usare per stare meglio.
Lo stare meglio è uno dei must del nostro tempo, che ha come cavallo di battaglia l’ormai lunga lotta ai grassi saturi, provenienti della carne, e l’assunzione di fibre, che, è risaputo, sono presenti nel mondo vegetale.
Questi sono i presupposti di partenza delle moderne diete, non solo dimagranti, come tanti si ostinano a chiamarle, ma diete alimentari.
Indice argomenti
- Cos’è il plant based
- Cosa prevede la dieta plant based
- Quali cibi rientrano nell’alimentazione plant-based
- Quali cibi si possono fare con il plant-based (esempi, ricette e menu)
- Dieta plant based: è una novità o una riedizione?
- Cosa non è possibile avere con il plant-based
- I percorsi formativi proposti dalla Fondazione ITS Agroalimentare
Cos’è il plant based
È una filosofia alimentare, un tipo di dieta, una branca di prodotti commerciali.
La nicchia plant-based trova il suo spazio tra coloro che decidono di aumentare il proprio benessere attraverso il cibo.
Una dieta plant-based è più semplice, e se vogliamo anche ricca, di una dieta vegana, con la quale condivide l’utilizzo di vegetali e l’amore per i cibi freschi, ma poi basta.
Il nome trae un po’ in inganno, perché plant-based è si a base di piante, ma non esclusivamente fatta di piante e vegetali.
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Cosa prevede la dieta plant based
La filosofia di base è quella di amare la terra e chi la lavora, e quindi prediligere frutta e verdura di stagione, usare prodotti freschi anche derivati dagli animali, limitare il più possibile, se non totalmente, il consumo di prodotti importati e di origine estera. Insomma prediligere il famoso chilometro zero.
Non è escluso quindi il consumo di carne e pesce, a patto che siano integrazioni e che provengano da allevamenti rispettosi della natura e degli animali.
Se lo chiedessimo a nostra nonna, sarebbe una dieta molto simile a quella dei momenti di difficoltà del dopoguerra, quando si mangiava spesso il cibo proveniente dal proprio orto, ed avere carne era considerato un po’ un lusso, quindi la si mangiava una volta a settimana.
La differenza sostanziale con quelle diete, povere per necessità, è proprio la povertà.
Nella dieta plant-based si ricorre a cibi ricchi di proteine, o almeno si cerca di integrare il più possibile proteine di diversa provenienza (legumi, frutta secca, soia, semi).
La raccomandazione quindi è sempre la stessa: variare la propria dieta.
Ed ecco quindi come la filosofia plant-based riesce ad avere il successo che ha: fa bene all’organismo, limita l’accumulo di grassi, permette personalizzazioni, rende che la segue più tranquillo sul versante sostenibilità. Una bel filotto, non c’è che dire.
Quali cibi rientrano nell’alimentazione plant-based
Ne abbiamo già parlato, legumi, semi, soia sono i principali attori in questa dieta, perché possono essere integrati pressappoco in ogni pietanza ed in ogni punto del nostro menu, in più ogni derivato di questi: primo fra tutti il tofu, ma anche il Tempeh.
Tra i legumi abbiamo:
- Fagioli
- Edamame
- Lenticchie
- Ceci
Tra i semi e cereali:
- Semi di soia
- Semi di Lupino
- Semi di canapa
- Semi di amaranto
- Quinoa
- Avena
- Frumento
Tutte le verdure e tutti gli alimenti vegetali sono utilizzati, e la varietà è sempre il principio cardine, insieme all’altro principio di cui abbiamo parlato: la sostenibilità.
La parola Sostenibile è perfetta in questo caso perché ci permette di racchiudere tante sfaccettature dell’argomento:
- sostenibile per gli animali, perché devono poter vivere senza costrizioni ed avere una vita libera per poter essere approvate dal “protocollo plant-based”
- sostenibile per noi, perché i prodotti non devono essere raffinati, anzi meno sono gli ingredienti che compongono il cibo che compriamo e meglio è
- sostenibile per l’ambiente perché si privilegia il cibo di stagione e quindi non importato e non conservato (e di conseguenza con una lista ingredienti più corta)
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Le ricette che possono essere realizzate in questo tipo di dieta sono tante, variegate e colorate. La fantasia degli chef è letteralmente coltivata in questo ambito perché possiamo creare variazioni “plant” anche di alimenti normalmente “non-plant” come ad esempio degli hamburger.
Una parte molto importante di questa dieta sono le salse, che vengono preparate integrando più ingredienti approvati ed usate per condire ed insaporire semplici verdure, un modo anche per limitare l’utilizzo di olio EVO, che seppur salutare ha i suoi costi importanti in tavola.
Per esempio, vuoi una maionese vegetale: usa mezzo cucchiaino di sale, tre quarti di olio di semi, un quarto di olio EVO, succo di limone, latte di soia e senape.
Inserisci tutto in un recipiente alto, usa un frullatore ad immersione e frulla per un minuto.
Niente uova ed una maionese di tutto rispetto.
Dieta plant based: è una novità o una riedizione?
La dieta Plant-Based non è una nuova filosofia, ma nemmeno una riedizione di qualcosa di passato: è una reale integrazione delle conoscenze alimentari dell’ultimo secolo.
Sono spuntate diete di ogni tipo negli ultimi 50 anni, ed abbiamo sempre ricevuto raccomandazioni chiare da tutti i nutrizionisti: non abusare e variare.
Plant-Based ci ricorda che siamo ospiti in questo mondo e che allo stesso tempo ne siamo dominatori, quindi dovremmo usare con cura quello che ci viene offerto e rispettarlo.
Plant-Based non è la dieta della cicala né la dieta della formica, è la dieta del rispetto.
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Cosa non è possibile avere con il plant-based
Plant based significa seguire i ritmi naturali della terra, rispettare gli animali ma proprio per questo implica fare molta attenzione agli acquisti che si fanno.
Più si valorizzano le colture del posto, le tradizioni del territorio, più si segue una filosofia plant-based.
Quindi quello che non potremmo avere è l’improvvisazione, non potremmo restare senza scorte o senza voglia di uscire a prendere il nostro cibo fresco.
Per il resto essendo una dieta molto varia ed integrata non ci sono mancanze particolari.
Come ITS AGRO è entrata in contatto con l’alimentazione Plant-based
Proprio in proposito a quanto appena detto, sulle scorte e sulla voglia di uscire, bisogna sapere che ci sono aziende che hanno cavalcato l’onda e si sono messe al lavoro per i bisogni dei “plantani”, come alcuni li hanno battezzati.
Sono molte le aziende che si occupano di vegani e vegetariani, e quindi tutte queste potrebbero rientrano nella lista dei plant-based-approved, fermo restando però che una caratteristica fondamentale è che usino ingredienti non raffinati e provenienti da posti vicini.
Una di queste aziende è JOY srl, che dal 2014 realizza prodotti analoghi alla carne ma a base 100% vegetale. È stata fondata da Alberto Musacchio che fin dal 1987 con la sua famiglia si occupa alimentazione intorno al mondo vegano, prima con pub, il primo vegano in Italia, poi con l’agriturismo Montali, famoso per la sua cucina vegetariana.
Gli studenti di ITS Agroalimentare, nell’ambito del corso Brand Ambassador, hanno avuto modo di entrare in contatto con JOY grazie all’iniziativa UPSKILL 4.0, che mette in contatto studenti dei vari ITS d’Italia ed aziende che hanno voglia di mettere alla prova gli insegnamenti che gli ITS danno loro.
Per cosa si sono distinti gli studenti ITS Agroalimentare
I nostri studenti, Francesco Cicogna, Elena Corsi, Vincenzo Fini, Alberto Addis e Laura Calabrese, hanno realizzato un’integrazione al piano marketing dell’azienda suggerendo e studiando possibili scenari per ampliare la conoscenza di JOY e dei prodotti plant-based.
Il loro lavoro è sto soprattutto quello di analisi, che ha permesso di capire chi è il cliente ideale di JOY srl, e quello di elaborazione del piano marketing che si è concretizzato con la proposta della creazione di un Gourmet Truck, un nuovo Ricettario Online, ed una Campagna Social.
Quindi una lista dei passi da seguire ed una stima dei costi. Il lavoro del Brand Ambassador insomma.
Da dove deriva e cosa è Upskill 4.0
Upskill 4.0 è una società che si rivolge al mondo delle imprese per sostenere e sviluppare progetti di sviluppo locale.
Mette in contatto il mondo tecnico con il mondo degli investimenti, ed a Perugia lo scorso 20 Luglio 2022, si è tenuta la cerimonia di presentazione dei migliori progetti realizzati dagli studenti di vari ITS che attraverso Upskill 4.0 hanno potuto raggiungere realtà aziendali molto importanti della regione Umbria.
I percorsi formativi proposti dalla Fondazione ITS Agroalimentare
La Fondazione ITS Agroalimentare del Lazio ti garantisce una rapida crescita professionale e l’inserimento immediato nel mondo del lavoro, dandoti la possibilità di scegliere vari corsi, tra i quali:
- Corso Tecnico Superiore Gestione d’Impresa Agraria e Agrituristica (Agri Manager)
- Corso Tecnico Superiore Brand Ambassador per Imprese Agroalimentari
- Corso Tecnico Superiore Responsabile Produzioni e Trasformazioni agrarie e agroindustriali nel settore olivicolo-oleario
- Corso Tecnico Superiore Responsabile delle Produzioni e delle Trasformazioni delle Carni
- Corso Tecnico Superiore per la Progettazione e Gestione del verde (Green&Garden Manager)
Dai un’occhiata ai nostri corsi e scegli il percorso che più ti rispecchia, una scelta giusta oggi è un’opportunità per il domani.
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