Pubblicato il 14 Dicembre, 2022 da Alessia Latini
Startup nell’Agrifood: è boom sostenibilità e guerra agli sprechi
Dal censimento svolto dall’Osservatorio Food Sustainability della School of Management del Politecnico di Milano, il 34% delle 7.337 startup nell’agrifood censite tra il 2017 e il 2021 a livello mondiale, persegue uno o più obiettivi di sviluppo sostenibile inclusi nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Indice argomenti
- Pratiche e modelli di business innovativi per la sostenibilità nel sistema agroalimentare
- L’Italia al primo posto per progetti di tracciabilità blockchain
- Le proposte delle Startup nell’Agrifood in chiave sostenibile
- Le soluzioni delle Startup del settore Agrifood per la gestione dell’acqua
- Startup italiane per combattere lo spreco idrico nel settore agroalimentare
- Il ruolo cardine degli ITS nell’ottica Agrifood 4.0
Pratiche e modelli di business innovativi per la sostenibilità nel sistema agroalimentare
Nell’ambito della Ricerca 2021-2022, l’Osservatorio ha approfondito la mappatura e l’analisi delle pratiche e dei modelli di business innovativi per la sostenibilità nel sistema agroalimentare, con particolare attenzione ai modelli di produzione ed al consumo agroalimentare, improntati alla circolarità e modelli di filiera “corta” più sostenibili e inclusivi.
I settori di maggiore interesse riguardano la produzione agricola e la zootecnia, che raccoglie il 30% delle startup e il 13% dei finanziamenti, nonché il consumo (44% delle startup e 70% dei finanziamenti).
Al primo posto la Norvegia, con 25 startup nell’agrifood, di cui il 60% sostenibili, seguita da Israele (119 startup, di cui il 58% sostenibili). In terza posizione si classifica la Nigeria (64 startup, di cui il 50% sostenibili), seguita dalla Polonia (20 startup, di cui il 50% sostenibili). L’Italia si trova al ventitreesimo posto (85 startup nell’agrifood, di cui il 35% sostenibili).
L’Italia al primo posto per progetti di tracciabilità blockchain
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart AgriFood gli Stati Uniti guidano la classifica globale per numero di startup, mentre l’Asia per gli investimenti. E l’Italia si classifica prima per progetti di tracciabilità blockchain. La blockchain viene considerata come uno strumento per garantire la tracciabilità dei prodotti alimentari e fornire al consumatore informazioni più di valore.
Come dicevamo in questo articolo, la tecnologia blockchain è un meccanismo di database avanzato che permette la condivisione trasparente di informazioni all’interno di una rete aziendale. Nell’ambito agroalimentare la tecnologia Blockchain è stata applicata nella tracciabilità dei prodotti, tema fondamentale per i consumatori.
Gli acquirenti ricercano soprattutto informazioni sulla provenienza delle materie prime, sull’italianità del brand, sui marchi di qualità, sulla sostenibilità, sulla presenza di residui, sui metodi produttivi e sull’identità del produttore, lasciando all’ultimo posto il contenuto di allergeni.
Tenendo presente che la Blockchain non è strumento che certifica la veridicità dei dati, ma si limita a registrarli e a renderli immutabili nel tempo, acquisterebbe di certo più senso se diventasse uno strumento della filiera per cementare la fiducia tra operatori, creando così sinergie e ottimizzazioni.
Le proposte delle Startup nell’Agrifood in chiave sostenibile
I prodotti e i servizi sviluppati dalle startup nell’Agrifood riguardano prima di tutto la mappatura e il monitoraggio delle coltivazioni (21%), segue poi la gestione aziendale (20%), la tracciabilità (12%), il monitoraggio delle serre (10%), la zootecnia di precisione (7%), l’irrigazione smart (6%), l’economia circolare e la lotta al food waste (4%), il monitoraggio delle macchine in campo (2%) e il trasferimento di informazioni al consumatore (2%).
In forte crescita l’Agricoltura 4.0: nel 2017 il comparto valeva appena 100 milioni, nel 2019 era già arrivato a 450 per poi schizzare a 1,3 miliardi nel 2020. Nel 2021 ha incubato 1,6 miliardi di euro e per il 2022 si prevede un ulteriore balzo in avanti.
Le risposte alle sfide epocali si attendono innanzitutto dalla politica, ma sicuramente un ruolo importante è giocato anche dalle collaborazioni tra enti pubblici locali e settore privato, che sia esso profit o no profit. Nello stesso tempo, le imprese rafforzano gli sforzi di innovazione per introdurre soluzioni nuove alle sfide di sostenibilità del settore.
Un ruolo cruciale è affidato all’evoluzione tecnologica ed alle startup che stanno rispondendo a questa emergenza con soluzioni innovative nel campo della food sustainability e che permettono di limitare i rischi, di migliorare la produzione, di ridurre gli sprechi, di recuperare le eccedenze e ridistribuirle con maggior efficienza e con maggiore equità.
Le soluzioni sviluppate dalle startup agrifood mirano innanzitutto a ottimizzare l’utilizzo delle risorse, a seguire, le startup investono su soluzioni per sensibilizzare e incentivare l’adozione di stili di vita e pratiche sostenibili, ma anche nel favorire il turismo sostenibile e le produzioni locali, oppure assicurare il lavoro a tutti e una remunerazione equa, oltre a promuovere l’uso efficiente e l’accesso equo alle risorse idriche.
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Le soluzioni delle Startup del settore Agrifood per la gestione dell’acqua
Dalla Ricerca 2022 dell’Osservatorio sulle startup “smart agrifood” è emerso che – escludendo quelle che si occupano di e-commerce food – il 4% delle startup internazionali offre soluzioni per l’irrigazione di precisione.
Tra queste, ne troviamo alcune che propongono soluzioni particolarmente innovative, come ad esempio la startup brasiliana Raks Tecnologia Agrícola. La Rask ha elaborato un sistema di irrigazione alimentato ad energia solare, grazie all’applicazione di pannelli solari in campo. Le informazioni riguardanti l’umidità del suolo vengono raccolte tramite sensori che utilizzano la tecnologia Time Domain Reflectometry (TDR) e mostrate attraverso una piattaforma che assiste nel processo decisionale.
La startup inglese ALVATECH offre un sistema di irrigazione alimentato anch’esso a energia solare che sfrutta l’acqua salata e la trasforma in “acqua attiva”, in grado di aumentare la capillarità e la permeabilità del terreno. Il processo è reso possibile grazie ad un device impiantato nel terreno e a sensori che monitorano le condizioni del suolo.
Sperimenta un sistema che trasforma il letame del bestiame in acqua pulita per l’irrigazione la AgriWater Tech; offre un device installabile autonomamente su qualsiasi bobina o pompa di irrigazione, che monitora il processo di irrigazione in tempo reale e che lo blocca automaticamente quando si verificano problemi, la statunitense CODA Farm Technologies. All’agricoltura urbana ci ha pensato SoliDrip con un sistema di irrigazione a goccia autonomo configurato per fornire acqua ad una pressione predeterminata.
Startup italiane per combattere lo spreco idrico nel settore agroalimentare
È perugina la startup Agricolus che offre una piattaforma cloud per elaborare le informazioni provenienti da diverse fonti che vanno a definire politiche di fertirrigazione 4.0. Questo renderebbe possibile una riduzione del 20% dei costi per l’utilizzo degli input.
Sfera Agricola, startup toscana dedicata alla produzione di ortaggi che nasce su valori di sostenibilità, efficienza e sicurezza, realizza serre attive che recuperano l’acqua piovana e la accumulano nei mesi piovosi, per poi impiegarla nei periodi di siccità. Ad un miglior utilizzo delle risorse, Sfera associa anche un approccio più responsabile all’intero processo produttivo, utilizzando non solo le migliori tecnologie ma le migliori tecniche di management per la gestione dell’intero ciclo produttivo, questo al fine di produrre prodotti di “qualità”.
Il ruolo cardine degli ITS nell’ottica Agrifood 4.0
L’emergenza idrica di quest’estate ha portato alla luce l’incapacità dei sistemi di irrigazione tradizionali di far fronte alle difficoltà causate dai cambiamenti climatici e all’incremento delle necessità irrigue. L’innovazione tecnologica, in riferimento a questo, ci può dare molte risposte. L’adozione di tecnologie innovative per la gestione delle risorse idriche diventerà perciò sempre più imprescindibile e indispensabile, permettendo di ridurre gli sprechi e di rendere più efficienti ed efficaci gli interventi irrigui.
Tecnologie come IoT, big data, intelligenza artificiale, blockchain stanno radicalmente trasformando il settore. In questa ottica di digitally driven, con l’obiettivo di supportare aziende agricole e professionisti del settore nel semplificare e valorizzare il lavoro in campo, nasce il percorso formativo ITS Agroalimentare da Agri Manager di imprese agrarie, agroalimentari e agrituristiche.
Per sviluppare un vero piano di industria Agrifood 4.0, oltre alla necessità di perfezionare gli interventi di politica economica messi in atto, con riferimento agli investimenti in materia di ricerca e innovazione, occorre investire sui giovani talenti e sullo sviluppo di nuove competenze, che sempre di più diventeranno elementi essenziali per sostenere lo sviluppo dell’Industria 4.0.
Da oltre 20 anni nel settore del marketing, gestione del personale e della formazione aziendale, mi occupo di promozione e comunicazione per i Centri di Formazione Professionale della Provincia di Viterbo, per diverse aziende del comparto agroalimentare e per ITS Agroalimentare.