Pubblicato il 6 Aprile, 2022 da Alessia Latini
Sviluppo del settore biologico: dalla conversione alle prospettive di crescita
Giuseppe Romano è agronomo e Presidente di AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, in ITSAgroalimentare insegna Modelli Agricoli, Agronomia Generale e Strumenti della PAC. Con lui approfondiamo il discorso relativo al mondo del biologico, facendo il punto su scelte di conversione, attenzione all’acquisto dei consumatori, gli obiettivi di AIAB, PAC 2023/2027, lo sviluppo futuro del settore biologico.
Indice argomenti
- La scelta di conversione al biologico, è più una scelta di valori o una scelta commerciale?
- Come cambia la consapevolezza all’acquisto alimentare da parte dei cittadini?
- Tavoli delle politiche agricole: è riuscita AIAB a raggiungere l’obiettivo di una maggiore partecipazione?
- Cosa possiamo aspettarci dalla PAC 2023/2027?
- Il biologico ha acquisito un posto più rilevante all’interno del PSN oppure il settore rischia di perdere opportunità di sviluppo futuro?
- Chi è il certificatore biologico
La scelta di conversione al biologico, è più una scelta di valori o una scelta commerciale?
La scelta delle aziende di convertirsi al bio è davvero importante e contiene entrambi gli aspetti, sia i valori che gli aspetti commerciali. Ha un impatto economico, gestionale, tecnico e agronomico su tutta l’impresa, per cui l’imprenditore deve esserne molto convinto.
Come cambia la consapevolezza all’acquisto alimentare da parte dei cittadini?
Dopo il periodo pandemico, l’attenzione nei confronti del cibo è esponenzialmente aumentata. In piena pandemia la ricerca del consumatore si è rivolta al biologico, con un aumento del 3.3%, quindi prodotti certificati, salubri, che garantissero un livello qualitativo certo per il consumatore. Questa attenzione, rispetto alla qualità dei prodotti, sta aumentando e continuerà ad aumentare.
Tavoli delle politiche agricole: è riuscita AIAB a raggiungere l’obiettivo di una maggiore partecipazione?
Sì, siamo riusciti ad entrare nelle importanti discussioni del Piano Strategico Nazionale che sovraintende l’applicazione degli strumenti della PAC in Italia. Un tavolo molto importante in cui siamo riusciti a far valere le nostre posizioni.
C’è stato un cambiamento importantissimo di posizionamento del biologico all’interno della PAC: all’inizio, negli eco-schermi, era nel primo pilastro, attualmente è stato finanziato nel secondo pilastro. Abbiamo accompagnato, con il Ministero, questo cambiamento, garantendo al settore obiettivi importanti, come il raggiungimento del 25% di superficie agricola italiana coltivata a bio già nel 2027.
L’Italia si pone obiettivi più ambiziosi rispetto all’Europa e per raggiungerli sono stati stanziati fondi per 1 milione di euro e strumenti di politica nazionale, in particolare il Piano d’Azione, in discussione nel 2023.
Cosa possiamo aspettarci dalla PAC 2023/2027?
La PAC appena varata avrebbe potuto avere obiettivi più ambiziosi, soprattutto nell’ambito ambientale.
Vero è che nei regolamenti comunitari una buona parte delle azioni e dei finanziamenti che dovremo andare ad erogare sono stati decisi all’interno del Piano Strategico Nazionale. Il Piano ha visto un tavolo di partecipazione estremamente ampio e una faticosissima concertazione tra posizioni molto lontane.
Al tavolo hanno partecipato le istituzioni, i consumatori, il comparto socio economico, con posizioni di partenza molto distanti tra loro. La fase di concertazione ha portato ad una mediazione il cui risultato avrebbe potuto essere molto più ambizioso, in particolare per quanto riguarda gli eco-schemi e l’equità di distribuzione dei pagamenti.
Il biologico ha acquisito un posto più rilevante all’interno del PSN oppure il settore rischia di perdere opportunità di sviluppo futuro?
La transizione ecologica è stata ed è al centro di una serie di riflessioni e non riguarda solo l’agricoltura, ma tutti i sistemi produttivi.
Per quanto riguarda l’agricoltura, all’interno del PNRR, non ha avuto il risalto che avrebbe dovuto, soprattutto il biologico. Abbiamo declinato l’agricoltura soprattutto riguardo al comparto energetico: le responsabilità di sostenibilità dell’agricoltura non sono da ricondurre ai consumi energetici, bensì ai metodi di coltivazione.
L’impatto dell’agricoltura sul cambiamento climatico non è dovuto ai consumi energetici ma ai metodi di coltivazione. Parlare quindi solo di energie rinnovabili o agro-fotovoltaico non rende dignità all’importanza dell’agricoltura in questa transizione. In particolare, nelle scelte del Piano Strategico, avrebbero dovuto essere più valorizzate l’agricoltura e l’agricoltura bio per una transizione agro-ecologica, non solo ecologica.
Chi è il certificatore biologico
Il percorso formativo Tecnico Superiore Certificazioni e Valorizzazione delle Imprese biologiche e agroalimentari punta a specializzare giovani tecnici nelle attività legate al mondo dell’agroalimentare. Attraverso questo corso è possibile imparare a conoscere i processi aziendali e i prodotti, sostenendo le aziende anche nel posizionamento sul mercato, attraverso due diverse specializzazioni:
– la specializzazione di Certificazione in ambito agroalimentare, settore in questo momento trainante e con un trend di crescita costante. Garantisce la riconoscibilità dei prodotti rispetto al cliente e ai mercati nazionali e internazionali. Una figura indispensabile nello sviluppo del settore biologico.
– la specializzazione di Brand ambassador, una figura in forte ascesa, caratterizzata dalla conoscenza tecnica del settore e dei prodotti combinata con le più innovative tecniche di vendita e di posizionamento nel mercato. Questo anche attraverso l’organizzazione di eventi, la realizzazione di attività di marketing, la partecipazione a fiere ed eventi internazionali.
Da oltre 20 anni nel settore del marketing, gestione del personale e della formazione aziendale, mi occupo di promozione e comunicazione per i Centri di Formazione Professionale della Provincia di Viterbo, per diverse aziende del comparto agroalimentare e per ITS Agroalimentare.